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Alfred HitchcocK
Ipse Dixit
"Circola
questa orribile storia sul mio odio verso gli attori. Potete immaginare qualcuno
odiare Jimmy Stewart o Jack Warner? Non riesco ad immaginarmi come questa voce
sia iniziata. Naturalmente può essere accaduto perché una volta mi è stata
attribuito un paragone tra attori e bestie. I miei amici attori sanno che non
sarei mai capace di dire una cosa così stupida, che non potrei mai definirli
bestie. Ciò che probabilmente ho detto è che gli attori dovrebbero essere
trattati come bestie".
"La televisione ha portato l'omicidio nelle
case, il posto con cui l'omicidio ha più attinenza".
"La lunghezza di un film dovrebbe essere
direttamente collegata alla resistenza della vescica umana".
"Uno sparo non può provocare terrore, ma la
sua previsione si".
"Quando un attore viene da me e chiede di
discutere il suo personaggio, gli rispondo che il personaggio è nella
sceneggiatura e se mi chiede:
- e la mia motivazione?
gli rispondo:
- "è nel tuo salario".
"Un dramma è come la vita, ma con le parti
noiose tolte"
(il suo intero discorso di accettazione dell'Irving
Thalberg Memorial Award): "Grazie"
(il suo discorso di accettazione del premio alla
carriera attribuitogli dall'American Film Institute):
"chiedo il permesso di citare per nome
quattro persone che mi hanno dato più affetto, segni di apprezzamento,
incoraggiamento e costante collaborazione. Il primo dei quattro è un film
editor, il secondo è uno sceneggiatore, il terzo è la moglie di mia figlia Pat
e il quarto è il migliore cuoco, capace di miracoli in una cucina domestica. I
loro nomi sono Alma Reville (il nome di sua moglie)."
Ingrid Bergman, nel tentativo di farsi aiutare da
Hitchcock a capire le motivazioni del suo personaggio in "Notorious"
gli disse: "non lo sento, non penso di poterti restituire questo tipo di
emozione". Hitchcock rispose: "Ingrid, fingila!"
"Sono un regista vittima di uno stereotipo. Se
girassi "Cenerentola", il pubblico si aspetterebbe un cadavere nella
carrozza".
"Io mi spavento molto
facilmente, ecco una lista di ciò che più mi terrorizza:
1. I bambini piccoli;
2. I poliziotti;
3. I posti alti;
4. …che il mio prossimo film non sia bello tanto quanto l’ultimo."
"Disney ha il cast migliore che si possa avere. Se qualche attore non gli
va a genio lui semplicemente lo ‘strappa’ !"
"La suspense, al contrario del mistero, è dare informazioni al pubblico in
modo da farlo preoccupare."
"Bisogna fare sempre in modo che il pubblico soffra il più
possibile."
"A loro piace mettere la punta del piede nell’acqua fredda della
paura." (Sul perché le persone sono affascinate dai suoi film)
"Il sesso non mi ha mai interessato molto."
"Il dramma è la vita esclusi i momenti noiosi."
La mia missione nella vita: "Semplicemente far emergere l’inferno che c’è
dentro le persone."
"Alcuni mi dissero una volta che si commette un omicidio ogni minuto.
Quindi non voglio farvi perdere altro tempo, perché so che voi volete tornare a
lavorare." (Alla cerimonia della Film Society of Lincoln Center
in suo onore il 29/04/74.)
Gli spettatori che vanno al cinema conducono una vita
normale e al cinema vanno a vedere cose straordinarie, incubi. Per me il cinema
non è una <<fetta di vita>>, ma una <<fetta di torta>>.
L'essenziale, affinché lo spettatore possa apprezzare l'anormalità nel suo
pieno valore, è che questa anormalità sia mostrata con il più completo
realismo. Perché lo spettatore sa sempre se qualche cosa è vera o non è vera.
Se lo spettatore si pone domande a proposito di qualche particolare inesatto, vi
riflette e se ne preoccupa. E io, allora, non posso più organizzare la
suspense. E' molto, molto importante ottenere una vera suspense. Bisogna che
nello spirito dello spettatore non resti assolutamente più niente, salvo la
suspense (Laffont; <<Les Cahiers du Cinéma>>, Paris, n. 102,
1959 con intervista raccolta da Douchet e Domarchi)
Il verde è il mio colore preferito. Amo i colori della
terra, il verde, il marrone, l'ocra. Amo meno il blu e il rosso. Qui (La donna
che visse due volte) ho soddisfatto il mio gusto per il verde associando questo
colore al tema del passato che ha grande spazio nel film. Tenevo molto ad avere
un'insegna luminosa verde all'interno dell'Hotel di Judy: mi sono servito di
questa luce verde quando Judy esce dal bagno sotto le spoglie di Madeleine (Laffont;
<<Les Cahiers du Cinéma>>, Paris, n. 92, 1959 con intervista di C.
Bitsch)
Gli spettatori devono subire una grande emozione vedendo il film. Da me
si aspettano che giunga l'angoscia. E questo è possibile solo se riesco a far
identificare gli spettatori con i personaggi sullo schermo. E' sempre necessario
che gli spettatori provino gli stessi sentimenti degli attori sullo schermo.
(Laffont; <<Les Cahiers du Cinéma>>, Paris, n. 44, 1955
con intervista raccolta da C. Chabrol)
Ci
sono troppe donne in America, troppe donne di una certa età soprattutto. Ma non
possiamo ucciderle né impedire agli americani di farsi comandare da loro.
(<<Le Figaro>>, 4 aprile 1950)
Al
cinema non vi sono che due dimensioni. La profondità del campo non conta per
niente, tranne che per un'illusione momentanea. Per me tutto è rotondo, è
questione di temperamento. Ho un temperamento rotondo. Sono O. Altri sono I. (Laffont;
<<Les Cahiers du Cinéma>>, Paris, n. 102, 1959 con intervista
raccolta da Douchet e Domarchi)
Il
regista cinematografico fa procedere l'azione solo con la macchina da presa, sia
che l'azione si svolga in una prateria o sia confinata in una cabina telefonica.
Il regista deve sempre cercare nuovi modi di esprimere le sue idee. Soprattutto
deve cercare di farlo il più brevemente possibile, cioè con il minor numero di
immagini. (Encyclopaedia Britannica)
Non
c'è niente di simbolico in Intrigo internazionale. Ah sì, una cosa. L'ultima
inquadratura. Il treno che entra in galleria dopo la scena d'amore tra Cary
Grant e Eva-Marie Saint.
E' un simbolo fallico. Ma non bisogna dirlo a nessuno. (Laffont; <<Les
Cahiers du Cinéma>>, Paris, n. 102, 1959 con intervista raccolta da
Douchet e Domarchi)
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