Home
Biografia
Filmografia
Poster
Foto dai film
Casting
Backstage
Storyboard
Cameo
Foto di Sir Alfred
Video Clip
Colonne sonore
Ipse dixit
Curiosità
Studi & Reviews
Bibliografia
DVD
Best Friends
Guestbook
Forum
Link
Posta

Studi & Reviews

L'uomo che sapeva troppo
Man Who Knew Too Much
(1956)

 

La sceneggiatura in lingua originale

Final Draft - May 7, 1955.
Written by John Michael Hayes.
Produced by Alfred Hitchcock / Paramount.
formato PDF

1956
       

 
Reviews
Il film che visse due volte

Nella lunga filmografia di Hitchcock ci sono due film con lo stesso titolo: “L’uomo che sapeva troppo”. Hanno in comune lo spunto di partenza, le stesse scene madri, ma si somigliano poco o niente. E non solo perché è diversa l’ambientazione e uno dei due è a colori.
Che cos’è che spinge un regista a rifare un film che ha già fatto? Può esserci una ragione mercantile: la storia funziona ancora, quindi la si aggiorna con le tecniche più moderne e un cast adeguato. Oppure il primo film non era venuto bene, e allora lo si aggiusta Tenendo conto degli errori già fatti. Del resto i romanzieri, che sono più liberi dall’ingombro economico, ripropongono le loro edizioni rivedute e corrette, e nessuno si scandalizza.
Ma c’è un’altra possibilità ancora: che il remake diventi l’occasione per un film completamente diverso, che del primo film conserva il titolo, ma poi prenda una strada propria. E’ quello che mi pare sia accaduto a Hitchcock con questi due omonimi del ’32 e del ’56: condividono tanti snodi della trama, sono fatti dalla stessa mano inconfondibile, ma non si apparentano tra di loro più di quanto non succeda alle altre opere del maestro. E’ vero che tutti i grandi (e anche i piccoli…) fanno sempre lo stesso film e lo chiamano per comodità in modo diverso. Con Hitchcock succede però un fatto speciale: in tanti lo hanno imitato, tanti hanno sognato almeno una volta di essere come lui, d’impadronirsi del suo stile, che io sappia, non è riuscita a nessuno. Era giusto, allora, che Hitchcock e i suoi vecchi soggetti se li rigirasse da solo ogni volta che voleva: per noi spettatori sarebbe stata comunque una novità.
Nel caso di “L’uomo che sapeva troppo”  seconda versione, basta già la coppia dei protagonisti per fare la differenza. Non solo James Stewart – che dà l’impronta “seria” ai film di Hitchcock, come Cary Grant quella “leggera”… - ma anche Doris Day è in grande forma. Qui sfrutta anche il suo primo mestiere e canta una canzone (“Que sera sera”) in una delle scene più ardite ed emozionanti sul piano della regia. La musica ha un ruolo chiave nella trama, e Hitchcock ne approfitta per costruire come una partitura tutta l’ultima parte, dal concerto alla Albert Hall fino allo scioglimento nell’albergo. Impeccabile. Non c’è storia per chi vuole rifargli il verso. Ne sa qualcosa Gus Van Sant, che di “Psyco”, invece di fare il remake, ha fatto il clone.

Gianni Amelio, (Regista) - (Tratto dalla rivista Film-TV)